Lavoro e carriera in Biosalus Italia, una storia tutta al femminile

Lavoro e carriera in Biosalus Italia, una storia tutta al femminile

La storia del primo direttore commerciale donna della Biosalus Italia, il suo lavoro e la sua carriera!

“Non potrei mai e poi mai immaginarmi altrove: Biosalus è la mia famiglia”. A raccontare la sua esperienza nell’azienda leader per la produzione e la distribuzione di depuratori d’acqua e di purificatori di aria, è Mariella Colonna, primo direttore commerciale ‘donna’ dell’azienda: “Sì, sono la prima donna ad aver conquistato questo ruolo aziendale. Se si escludono i fondatori della Biosalus, fino a poco tempo fa questo spazio era ad appannaggio maschile. È un ruolo impegnativo, e io ci sono arrivata percorrendo tutte le tappe, dalla prima all’ultima. Sono entrata dalla porta di ingresso comune”.

Mariella Colonna, trentanovenne dai tratti cinematografici (nota la sua somiglianza con Monica Bellucci) e madre di una ragazza di 17 anni, è arrivata in Biosalus Italia all’ età di 35 anni, ma prima aveva già ricoperto il ruolo lavorativo di coordinatore commerciale per una nota azienda di distribuzione di articoli e abbigliamento sportivo. Una donna determinata che si è da subito innamorata dell’azienda e dell’opportunità lavorativa. Dopo la gavetta e gli step della formazione aziendale, come spiegherà lei più tardi, oggi la media del suo stipendio mensile si aggira intorno ai 5mila euro.

> Qual è il momento che ricordi con maggior commozione in Biosalus Italia?

“Il momento più importante per me? Il meeting nazionale del 2 luglio 2019 scorso a Ostuni (Brindisi). Per quella occasione ho scelto l’abito bianco con un pathos che non avevo avuto nemmeno per il mio matrimonio. Quella notte mi sono sposata con Biosalus, cui ho promesso fedeltà”.

> Perché quella che oggi io considero la mia seconda famiglia, quella notte ha festeggiato insieme a me il traguardo che mi ero posta e che avevo raggiunto: diventare il primo direttore commerciale di Biosalus Italia . Il mio traguardo però, è il traguardo di tutta la sede di Bari, di tutta la squadra. Questo è un lavoro di squadra, non è pensabile farlo da soli. È impossibile. E poi è anche il traguardo umano”.

> Perchè un traguardo lavorativo diventa un traguardo umano?

“Perché nel periodo più difficile della mia vita le persone che lavoravano con me erano quelle più presenti, quelle che non mi hanno fatto sentire malata e che mi hanno spronato e supportato sempre con molto affetto.

(NDR – Mariella ha combattuto contro il cancro, scoperto a maggio 2017: le avevano diagnosticato il 40% di possibilità di sopravvivenza. Poi 9 mesi di cure,14 sedute di chemio, 28 sedute di radio, 2 interventi chirurgici)

> Parliamo della malattia. Te la senti?

“Be’, oggi sì. Ho vinto il mostro. Ma sono stati 9 mesi difficili, duri. Ho vinto la mia guerra contro il cancro senza lamentarmi mai, ho combattuto per la vita facendo del sorriso la mia unica arma. Non sono un’eroina e queste sono le mie ‘scarpe’ lise. Però devo dire che la malattia ha cambiato completamente la mia vita in azienda: è stato uno stimolo fortissimo”.

> So che hai continuato a lavorare in Biosalus Italia?

Sì. Ero da un anno e mezzo in Biosalus e dovevo andare a Pescara in trasferta (in supporto dello staff di filiale, ndr): avevo da poco dato la conferma per la missione”.

Ma… è arrivata la notizia tragica – inaspettata come un fulmine a ciel sereno – che ero malata. È cambiato tutto. Ho dovuto accantonare qualunque obiettivo a livello lavorativo. Non sono più partita”.

Si ferma un attimo, le brillano gli occhi. “Lì il tempo si è fermato. Letteralmente”.

“Non ho smesso però di lavorare – riprende Mariella – e un mese dopo ho cominciato le cure.

> Come ha reagito il Brand Owner di Biosalus Mauro Messina ?

La mia fortuna è stata quella di avere accanto Mauro Messina, la persona più positiva dell’azienda. Lui mi ha sempre detto di fare quello che sentivo. Anzi, ti dirò, nel periodo in cui ero malata e mi stavo curando, ho ottenuto i risultati migliori! In quei mesi ho raggiunto le qualifiche della carriera.

Ma anche allora Mauro Messina continuava a sostenermi. Era sempre presente. Durante quei momenti difficili mi ha spronato particolarmente e mi ha promesso che avrei potuto ambire alla direzione commerciale di Biosalus Bari. La cosa bella di questa storia è che adesso anche una donna può ambire al ruolo di direttore commerciale” (ride ancora).

> Così, dopo 9 mesi, sei guarita completamente e sei tornata a casa…

“Sì, il sabato mi hanno dimessa, la domenica sono tornata a casa e il lunedì ero già al lavoro!”.

Volevo dimostrare che ero in grado di raggiungere i risultati. E così è stato. E poi avevo promesso a Mauro Messina che avrei raggiunto il primo gradino del podio come direttore commerciale in Italia”.

> In questa avventura con chi hai lavorato per l’obiettivo?

“Con Michele Zonno (Direttore della sede di Bari, ndr). Michele è presente ed è un esempio, è difficile andare fuori binario con lui”.

> Quali sono state le difficoltà maggiori da quando hai messo piede in Biosalus finora?

“È un lavoro, il nostro, mentale, quindi è importante mantenere la motivazione sempre forte perché ci sono periodi di scoraggiamento che ti spingono a porti delle domande… sono tagliata per questo lavoro? Sono adatta? Sono talmente brava da raggiungere gli obiettivi?

“La mia motivazione è stata quella di dimostrare che valevo davvero e che meritavo la fiducia che mi era stata concessa”.

> Ma le persone vicine/ i tuoi parenti erano d’accordo con la tua scelta del lavoro in Biosalus ?

“No, macché! Erano tutti contrari. A partire dalla mia famiglia agli amici : tutti mi dicevano di lasciar perdere perché non ne valeva la pena; perché era una perdita di tempo, una truffa. Una mia amica, per esempio, era arrivata in azienda prima di me, ma ci è rimasta solo qualche giorno”.

> Sei rimasta a lavorare in Biosalus…

“Quando tutti mi invitavano a mollare, io mi sono tappata le orecchie e ho proseguito per la mia strada. Mi ricordo quando ho sostenuto il primo colloquio: in quella occasione ho guardato dritto negli occhi Michele Zonno (ricopriva all’ora il ruolo nelle risorse umane, ndr) gli ho detto che avevo una figlia da mantenere e lui mi ha solo detto: ‘Ci vediamo tra qualche mese’. E ci siamo stretti la mano. Per me è stato l’inizio della mia storia d’amore con Biosalus”.

> E ora cosa dice la famiglia di Biosalus ?

“Quando la mia famiglia ha cominciato a vedere i risultati, gli stipendi, ha cominciato a crederci ed è diventata mia complice. Mio padre non mi parlava più! Ora mi sostiene e mi fa pubblicità. Mia figlia era con me la notte in cui ho ricevuto i premi e i riconoscimenti durante il meeting, si è commossa profondamente. È stata la notte in cui mi sono sposata ufficialmente con Biosalus”.

> Che programmi hai ora?

“Sicuramente continuare a lavorare come ho fatto finora. Ho la qualifica per poter avviare una nuova sede di Biosalus in qualunque posto d’Italia.

> Un bilancio del tuo percorso di lavoro in Biosalus?

“Questi 4 anni hanno rivoluzionato completamente la mia vita, sia in termini economici che in termini personali. Oggi ho consapevolezza della persona che sono, della donna che sono, di quello che posso fare nella mia vita e nella vita degli altri. Ho imparato, grazie a Biosalus, che è fondamentale darsi agli altri, confrontarsi: perché alla fine tutto torna moltiplicato. Però prima bisogna crescere. Finalmente sono una persona appagata”.

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