Acqua potabile in Italia: record negativo di consumi

Acqua potabile in Italia: record negativo di consumi

Qual è la situazione relativa ai consumi d’acqua potabile nel nostro Paese? I dati parlano chiaro: siamo i primi per consumo d’acqua in bottiglia, nonostante sia tra le più pulite d’Europa. Lo rivela il report “Community Valore Acqua per l’Italia” di The European House Ambrosetti, presentato in occasione del World Water Day 2022.

In sostanza, meno di un terzo degli italiani beve acqua del rubinetto. Ma cosa si nasconde dietro questi dati? Scopriamolo insieme:

  • Perché gli italiani bevono acqua in bottiglia?

  • L’utilizzo dell’acqua in Italia: un record negativo

  • La soluzione sostenibile: un depuratore d’acqua

Perché gli italiani bevono acqua in bottiglia?

A scoraggiare il consumo dell’acqua del rubinetto ci sarebbero due elementi: il suo sapore, che non sempre incontra il gusto di tutti, e il timore di bere acqua contaminata.

Riguardo il primo aspetto si tratta di qualcosa di soggettivo, ma tutto sommato risolvibile facilmente. Per quanto riguarda il secondo, invece, occorre andare più a fondo e dedicare una grande attenzione a ciò che si bene.

Tuttavia, anche in questo caso c’è una soluzione pratica e sicura che consente di abbattere il consumo di plastica e ridurre sensibilmente l’inquinamento. Senza contare che anche le bottiglie, durante le fasi di trasporto e stoccaggio, possono rilasciare sostanze non proprio indicate per la nostra salute.

L’utilizzo dell’acqua in Italia: un record negativo

C’è anche un altro dato che non fa brillare l’Italia nella classifica dei Paesi europei più virtuosi, riguardo al consumo d’acqua. Anche se la situazione sembra essere in via di miglioramento.

Qui si parla dell’acqua impiegata, e spesso sprecata, per uso domestico (quindi non solo per bere). Gli italiani sono passati da utilizzare 220 litri di acqua potabile a persona (al giorno) a 215 litri, anche se vi sono Comuni (i più grandi) che arrivano fino a 236 litri. D’altra parte la media dei Paesi europei si attesta attorno ai 125 litri (dato Eureau).

Secondo i dati del nuovo Blue Book (realizzato dalla Fondazione Utilitatis in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti e Istat) gli investimenti nel settore raggiungono i 49 euro per abitante all’anno, e sono in crescita del 22% dal 2017. Insomma, possiamo sperare in un graduale miglioramento della situazione? Senza dubbio ognuno di noi dovrebbe fare la sua parte.

La soluzione sostenibile: un depuratore d’acqua

Per cambiare la situazione è di certo utile informarsi e tenere sotto controllo le tubature di casa. Ma è anche vero che, per evitare di produrre un eccesso di rifiuti in plastica, sarebbe auspicabile preferire l’acqua del rubinetto.

A tal proposito entra in gioco un valido alleato per la nostra salute e per avere a disposizione l’acqua più vicina ai gusti di ognuno. Con un depuratore d’acqua a osmosi inversa, infatti, è possibile eliminare fino al 99% delle sostanze disciolte in acqua (dai metalli pesanti, ai nitrati, senza dimenticare i batteri). Questi sistemi di depurazione di ultima generazione, infatti, sono dotati di membrane osmotiche capaci di trattenere le impurità, garantendo allo stesso tempo il giusto apporto di sali minerali, necessari per il nostro organismo.

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