L’acqua del rubinetto di casa, per essere definita pura, deve essere priva di qualsiasi elemento contaminante!
L’acqua del rubinetto di casa è davvero sicura? Una domanda che mette l’ansia. Può essere. Ma non possiamo fare a meno di interrogarci dopo tutti i fatti di cronaca che coinvolgono l’acqua – l’oro blu – e i metodi di distribuzione. Ci siamo mai chiesti come viene distribuita l’acqua alle nostre abitazioni? Ci siamo mai interrogati sulla vetustà degliimpianti di approvvigionamento? E sappiamo – in caso di eventuali avarie dell’impianto – a chi fanno capo le responsabilità?
Cominciamo dall’inizio. L’acqua, da molti, viene definito ‘oro blu’ per via della necessità che ha l’essere umano di questo liquido, e per via dell’inquinamento atmosferico che lo coinvolge, sempre in percentuali maggiori. La Terra è ricoperta di acqua, o forse potremmo dire che la Terra è un globo la cui emersione dei continenti ha interrotto l’acqua.. ma questo bene così prezioso – in versione pura – diventa sempre più raro, motivo per cui l’essere umano ne va a caccia. A questo si aggiunga che la depurazione dell’acqua a carico delle istituzioni preposte avviene tramite additivi chimici. Perché?
Perché gli acquedotti sono ‘costretti’ a utilizzare additivi chimici per ‘depurare’ l’acqua che beviamo?
Perché gli acquedotti (condotte dell’acqua) sono ‘anziani’. E come tutti gli anziani hanno collezionato acciacchi e deterioramento. L’invenzione dell’acquedotto è riconducibile al Medio Oriente, mentre l’Antica Roma ha avviato l’utilizzo di questo sistema di distribuzione nel VII secolo a.C. In Italia il bando internazionale di costruzione è del 1902. La spina dorsale di quello Pugliese, per esempio, risale al 1870, anche se la costruzione fu avviata nel 1906 da Antonio Jatta. Cent’anni di vita, dunque, che restituiscono una scheda anagrafica datata.
Cent’anni di solitario servizio pubblico. Tant’è vero che in caso di rottura o avaria di una condotta il rischio di restare a secco è elevato. Sicché, una toppa oggi e una toppa domani, le condotte – che sono comunque costruite con materiali edili – perdono la loro integrità e possono permettere l’introduzione di agenti esterni all’interno dell’acqua, anche se non si vedono a occhio nudo. Come risolvere, dunque, il problema? Gli enti hanno pensato di depurare l’acqua con il cloro: sì, lo stesso elemento chimico utilizzato per pulire l’acqua della piscina, solo che quella ci sogneremmo di berla!
Poi, come se non bastasse, gli enti hanno pensato anche di scaricare la responsabilità ai privati introducendo una legge che prevede l’attribuzione di doveri in capo agli Acquedotti fino al contatore dell’abitazione privata (casa singola o condominio non fa alcuna differenza), dopodiché, “andate in pace”.
Come risolvere, quindi, il problema dell’acqua del rubinetto in casa?
L’acqua consegnata dall’Acquedotto all’abitazione privata deve essere garantita potabile, questo significa che l’acqua può essere bevuta, ma non è detto che sia pura. Potabilità non è sinonimo di purezza. E pensare che l’acqua sia microbiologicamente pura prima del contatore, per i vari motivi innanzi citati, è solo retorica. Oppure, se vogliamo, un dolce ricordo risalente a cent’anni fa! L’acqua del rubinetto di casa, per essere definita pura, deve essere priva di qualsiasi elemento contaminante:
✓ dagli elementi chimici aggiunti (cloro)
✓ a quelli che l’acqua incontra durante il suo percorso dall’invaso a destinazione (pesticidi, fertilizzanti, chemioterapici, coloranti, insetticidi, metalli pesanti etc.),
✓ a quelli che si formano al contatto con altri agenti (calcare, cloro-derivati etc.),
✓ a quelli organici (batteri, virus, spore etc.).
L’acqua del rubinetto di casa dovrebbe contenere l’acqua, e cioè idrogeno, ossigeno e sali minerali, più quegli elementi naturali che naturalmente l’hanno creata (e non contaminata). La domanda, dunque, nasce spontanea: come si fa ad avere acqua pura in casa?
La soluzione è semplice: prendersi la responsabilità di bere acqua pura facendo uso di dispositivi nati appositamente per questo scopo. Al proprio rubinetto, cioè, occorre integrare un depuratore di acqua che purifichi al punto giusto il liquido preservando la naturale composizione e lo scopo stesso dell’acqua, che è il benessere e la sopravvivenza dell’essere umano. Senz’acqua si può vivere fino a un massimo di 72 ore.
Quali sono le soluzioni possibili per la purificazione dell’acqua del rubinetto?
Abitare in città è diverso dall’abitare in campagna, in montagna, al mare o in un luogo eremitico. Questo sembra chiaro. Esistono, quindi, soluzioni diverse in base alle esigenze logistiche di ciascuno:
✓ depuratori acqua a filtrazione;
✓ membrane a carboni attivi;
✓ lampade UV.
Quanto costa un depuratore d’acqua ?
Potremmo rispondere con un’altra domanda: quanto costa il vivere quotidiano affetto da patologie che potrebbero essere evitate alimentandosi correttamente? Se è vero che l’organismo umano è fatto del 75% di acqua e che – abbiamo detto – l’acqua è l’oro blu della Terra, se ne deduce che l’alimento più prezioso per l’essere umano è proprio l’acqua. Quindi un costo sostenuto per alimentarsi con acqua depurata val bene la salute.
Quale impianto di depurazione scegliere per l’acqua del rubinetto di casa?
Se chi ha deciso di ‘convertirsi’ al bere sano è in buona salute, esistono soluzioni di filtrazione per questa tipologia, se invece, occorre intervenire con impianto di filtrazione a osmosi inversa (lo stesso sistema utilizzato per la dialisi), la tipologia è altresì disponibile in vari modelli. Fondamentale diventa, però, prima verificare il tipo di acqua del rubinetto di casa, poi decidere: in questo caso utile è l’intervento di un consulente.
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