Anziani e disidratazione: quali sono i rischi?

Anziani e disidratazione: quali sono i rischi?

La disidratazione negli anziani è rischiosa a tutte le età ma in età avanzata è uno stato decisamente pericoloso per la salute e il benessere dell’anziano.

E per diversi motivi. Innanzitutto, a livello fisico: se l’organismo è disidratato, si blocca il meccanismo della sudorazione, in modo da trattenere la poca acqua rimasta nel corpo. La mancata secrezione di sudore, però, provoca un notevole surriscaldamento organico e si ripercuote negativamente sul centro termoregolatorio ipotalamico. In altre parole, si verificano tutti i sintomi tipici di un colpo di calore.

Non è facile riconoscere i sintomi della disidratazione nell’anziano perchè alcuni segnali tipici possono essere confusi con sintomi di patologie concomitanti, con effetti terapeutici o effetti collaterali di farmaci, nonché con alcune alterazioni del corpo legate all’età avanzata.

La disidratazione negli anziani danneggia le funzioni cerebrali

È a livello cerebrale che gli effetti negativi della disidratazione negli anziani possono essere ancora più invalidanti. Gli scienziati sono concordi nell’affermare che la carenza di acqua nell’organismo dell’anziano rende difficoltose la capacità di concentrazione e la facoltà della memoria.

Circa un anno fa, il Journal of Cerebral Blood Flow & Metabolism ha pubblicato i risultati di una ricerca condotta dagli studiosi del Weill Cornell Medical College’s Brain and Mind Research Institute. I ricercatori hanno evidenziato che anche una perdita di acqua pari al 5% del peso dell’individuo può già avere ripercussioni sui neuroni. E ad essere messe in crisi sarebbero soprattutto le attività cerebrali più “complesse” come la memoria a breve termine, l’attenzione e i tempi di reazione. È come se il cervello, in qualche modo, cercasse di proteggersi e destinasse le “energie” ai sistemi più essenziali per la sopravvivenza (controllo di respiro, battito cardiaco) risparmiando su quello che non è funzionale in una situazione di emergenza. Spiega il dottor Giuseppe Faraco, docente di Neuroscienze al Weill Cornell Medical College e autore della ricerca, che “anche una leggera disidratazione può avere un forte impatto sulle capacità lavorative e sulla produttività delle persone”.

Anziani e bambini sono più a rischio se bevono poco

Questi effetti risultano amplificati negli anziani e nei bambini molto piccoli. Lo studio è basato anche su precedenti ricerche del 2010, pubblicate sul Journal Human Brain Mapping. Queste ricerche rilevano che nei soggetti in stato di prolungata disidratazione, l’organismo opera una notevole riduzione del lavoro cerebrale, ovvero riduce al minimo le funzioni cognitive, determinando importanti riduzioni delle capacità di pianificazione o di elaborazione dei concetti complessi.

Ecco perché è fondamentale non dimenticare mai di idratarsi correttamente, sia d’estate sia d’inverno. Un consiglio ancor più importante per le persone anziane, spesso disidratate a causa della riduzione del senso della sete, per l’uso di diuretici o per la perdita di liquidi cui si va incontro con l’avanzare dell’età. I dati sull’ospedalizzazione in Italia rivelano che molti anziani, al momento del ricovero, sono disidratati.

Quali sono le conseguenze della disidratazione negli anziani?

Non bere il giusto quantitativo d’acqua provoca conseguenze che possono peggiorare la qualità della vita. Tra le complicanze più gravi, ci sono decadimento cognitivo, confusione, delirio, cadute e fratture, patologie cardiache, stress termico, stipsi, insufficienza renale, infezioni, tossicità dei farmaci, fino allo shock ipovolemico (diminuzione acuta della massa sanguigna circolante, causata da emorragia o da perdita di liquidi).

È chiaro, dunque, che in età avanzata la disidratazione può concorrere al peggioramento di malattie cronico-degenerative già presenti. Motivo in più per bere molta acqua.

Ma qual è la migliore acqua per gli anziani?

Per gli anziani bere acqua tutti i giorni è una necessità. L’acqua depurata è particolarmente indicata nell’alimentazione degli anziani. Se per mantenere un’ alimentazione in equilibrio è necessario bere almeno 2 litri di acqua al giorno, è indispensabile sapere che l’acqua dev’essere povera di sodio e priva di agenti inquinanti, e questi non vengono eliminati con la bollitura, anzi, i cibi cotti in acqua non depurata assorbono gli elementi inquinanti.

L’acqua depurata, privata di sostanze dannose come i nitrati e i metalli pesanti (la cui eliminazione aiuta a favorire la protezione e la riparazione del dna), o ancora meglio l’acqua idrogenata, sono l’ideale.

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